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Storie documentate leggende romanzate e castelli

Svolgendo lo sguardo verso i più bei panorami e siti di interesse della Transilvania, riscoprendone i suoi storici castelli, la loro atmosfera suggestiva e fiabesca, ci pare ovvio notare come le location siano state usate da Bram Stoker per dar frutto ad interi manuali romanzati.

Vorrei parlarne perchè meritano attenzione, soprattutto trovo davvero interessanti tutte quelle storie, in parte vere in parte ricostruite, attorno a tali ambientazioni.

Tramite studi e ricerche proverò ad informarvi mettendo nero su bianco tutto ciò che di vero è stato documentato.


Inizierei con il famoso Castello Bran, denominato ed identificato erroneamente come il castello del Conte Dracula, che in realtà ebbe poco a che fare con il Conte Vlad detto l'Impalatore, a cui si pensa si ispirasse il personaggio di Dracula, ma vi anticipo che cosi non è, in realtà il Conte Vlad, di un'intera esistenza, solo una notte passó in quella dimora per una visita al nonno malato.


Il castello del Conte Vlad III di Valacchia acquisito e rafforzato dopo l'abbandono per

decenni della famiglia dei Basarabidi, in realtà si identifica con l'attuale rudere di Poenari, dove pare che Vladimiro abbia adoperato i suoi prigionieri Turchi per ricostruirlo e renderlo una delle sue abitazioni.

A questo punto è doveroso citare un altro personaggio che effettivamente fin dalla nascita ha vissuto le mura del castello Bran, personaggio realmente esistito e meno conosciuto. Si tratta di una nobildonna, forse la prima sanguinaria serial killer documentata nella storia: la Contessa Erzsébet Báthory, proprio lei in realtà ispira Stoker e prende forma con il nome di Conte Dracula nei suoi romanzi.


Bàthery fu allevata in Transilvania, fin da bambina dava segni di squilibrio mentale, a quanto pare non era l'unica della sua famiglia. Altri membri infatti, erano affetti da schizofrenia ed epilessia, problematiche causate probabilmente anche dalle relazioni incestuose tra i familiari.

Alcune delle leggende narrano la piccola Bàtherý come vittima e testimone di un dramma: un intrattenitore zingaro della sua corte venne condannato a morte per aver venduto il proprio figlio ai Turchi. Le urla del condannato a morte giunsero fino al castello ed Elisabetta, attratta da quelle voci strazianti, decise di presenziare al giorno dell'esecuzione; le scene che vide furono davvero atroci, il condannato a morte fu messo dentro un cavallo sventrato vivo e successivamente, un soldato ricucì il ventre dell’ animale con dentro l'uomo ancora in vita. Da lì in poi la sua vita fu devota a uomini predisposti alle torture, a spregiudicatezze, perversioni inaudite e, le persone che circondavano la sua vita, stimolavano in parte il suo forse già innato sadismo.

Le sue giornate erano all'insegna di torture, magia nera, sangue, orge, e con il passare del tempo certe azioni sadiche divennero la sua quotidianità. Lei, assetata ogni giorno di più, inizió a maturare l'idea emotiva che questi estremismi fossero del tutto noiosi tant’è che mai riuscì a saziare la sua brama, le sue convulse ossessioni, la sete di dolore e per cui si narra che iniziò ad uccidere solo per puro piacere. Fu accusata di aver ucciso centinaia e centinaia di giovani donne: 300 le vittime certificate, ma tramite le righe dei suoi diari si è potuto apprendere che le vittime furono molte di più, circa 600. Nella sua cantina nascondeva oggetti di tortura e gabbie per intrappolare le sue vittime, ma quella che più prediligeva e la compiaceva era una tavola a grandezza d'uomo piena di paletti in legno. Su questa amava gettare le sue vittime, soprattutto donne vergini e bambini. Amava vederne colare il sangue, lo attendeva con bramosia, al fine di poterlo raccogliere e bere, in quanto era fortemente convinta che le donasse la giovinezza e bellezza eterna. Ecco adesso vi sarà a maggior ragione chiaro ed evidente il collegamento con il vampirismo: il Conte Dracula è in realtà lei, la Contessa Bàthery.

Donna turbata e malevola, ha sicuramente rilasciato al di fuori della dinamica di un contestabile bene o male memoria sia nei luoghi fisici dove ha vissuto, sia nell'immaginario collettivo.

Vorrei spiegare il mio punto di vista e le mie sensazioni sull'odierno castello di Bran, sicuramente la struttura è molto graziosa, tuttavia svuotata da tutto ciò che doveva essere in passato, per me la vista è stata pressappoco deludente, perchè dentro lo stesso, purtroppo non è rimasto nulla di originale della famiglia Bàthery, quindi il mio consiglio è quello, una volta dentro chiudere gli occhi ed andare di fantasia, lasciarsi trascinare più dalle memorie e dall'energia del luogo.


Effetto contrario per bellezza e imponenza lo si può ammirare per il Castello di Peles, localizzato su un'altura nei Carpazi, eretto come residenza reale, sotto la volonta di Re Carlo I di Romania, tra il 1873 e il 1914. Il Castello fu collocato al centro di 1300 km quadrati di terreno montano, nei pressi del fiume Arsa Piatra. Fu chiamato dal re Tenuta reale di Sinaia. Un castello all'avanguardia perchè fu il primo castello al mondo completamente alimentato da energia elettrica prodotta localmente. Ovviamente oltre la bellezza esterna evidente, il re volle riproporre le bellezze artistiche Europee occidentali neo rinascimentali, ma aggiungendo qualche modifica, infatti i primi progetti per lui banali furono respinti, quindi volle aggiungere le caratteristiche delle sontuose ville alpine, seguendo la linea dell'eleganza italiana e l'estetica Bavarese, a tratti anche quella Sassone. Posso assicurarvi che questo è effettivamente ciò che si vede, Re Carlo rese proprio tale idea, in quanto è possibile ammirare la miscela di tanti stili architettonici e culturali. Per la costruzione dello stesso sono stati impiegati più di 100 milioni di euro per fare una stima moderna, con manodopera e maestranze provenienti da tutto il mondo, non solo locali. Gli interni ospitano le più belle collezioni di arte orientale, mobili, statue, sculture, dipinti, marmi, oggetti ornamentali, tappeti, arazzi, tutto risulta essere originale, anche la collocazione, ed addobbato con estrema raffinatezza. Come ogni castello ovviamente anche questo non può congedarsi per leggende mito e misteri. Ci raccontano di alcune notti dell'anno attraverso il parco del Castello, si vedono galleggiare fuochi, questo perchè il Re Carol I ha sotterrato, come usanza diffusa culturale del periodo monete d'oro, altri dicono che nei corridoi del Castello, si vedano nelle notti di luna piena ombre spettrali degli antichi padroni, il re e la regina di Romania. Una cosa è certa pero gli eredi Nicolae ed Elena Ceausescu, non vollero restare a lungo in questa dimora non di certo per spiritelli burloni, spettri o mostri come si vuole far credere ma per aver scoperto la presenza di un fungo parassita che aveva infestato il legno dell'edificio, per cui si narra dormirono una sola notte ed evitando di ritornare in quel luogo.

Dopo questi cenni storici chiarificatori, informazioni anche di saltuari argomenti o spazi temporali ampi, nati dall'esigenza di dare il più possibile risposte alle più disparate domande da parte vostra, abbiamo voluto trasmettervi un messaggio: è sempre bene documentarsi mantenendo una mente pragmatica, per evitare dinamiche di credulità. Siamo arrivati ad una considerazione conclusiva; la riscoperta della Transilvania e parte della Vallacchia è davvero un'esperienza magnetica ed accattivante non solo per la pubblicità romanzata di diversi autori, piuttosto è il contrario questi luoghi hanno fatto da musa perchè le fantasie ricucite per la scritturazione di storie, libri è ciò che suscita approdati in tale luogo.

 
 
 

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