Alla riscoperta di ruderi siciliani
- sentieri segreti
- May 27, 2024
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Attraversando Bruca, piccolissima frazione di Buseto Palizzolo nel trapanese, con le sue verdi distese di erba brucaria da cui ne deriva il nome, ci facciamo strada verso un suggestivo luogo: Baglio Murfi.

Nel percorso, volgendo lo sguardo tutt’intorno e poi all’orizzonte, si possono ammirare immensi prati che cambiano colore di stagione in stagione, le coste del trapanese, le splendide isole Egadi e, tantissimi ruderi. Avremmo voluto soffermarci in ognuno di essi per mostrarveli, ma per questioni di tempo, abbiamo scelto di fare una fermata più prolungata al Baglio Murfi.

Collocato in cima ad una valle, Baglio Murfi ci catapulta indietro nel tempo. Tutto risulta sospeso, metafisico. La sua posizione panoramica rende questo luogo ancora più caratteristico, infatti tale ubicazione in cima alla collina è in realtà la normalità per questi casolari antichi, la loro edificazione così elevata era dovuta al controllo che i proprietari dovevano avere sui campi agricoli circostanti.

Baglio Murfi ha conservato perfettamente i diversi ambienti che lo compongono: i muri a secco, gli ambienti in muratura, il cortile arabo ad uso residenziale, i locali esterni destinati alla produzione e alla conservazione del raccolto, l’abbeveratoio che segna l’orizzonte e fa entrare lo sguardo in comunicazione con il cielo, con la luce solare ed il passaggio inesorabile della giornata.

La costruzione di questa dimora è iniziata nel XVII secolo ad opera di nobili feudatari che gli diedero la funzione di centro nevralgico del coordinamento dei lavori nei campi, di ricovero dei lavoratori e degli armamenti. Rappresenta in modo tangibile la civiltà contadina medievale.

Buseto Palizzolo è un affascinante paesino che affonda le sue origini in un passato lontanissimo. Studiando documenti della zona, si è potuto risalire a tante informazioni come per esempio il nome originario della valle, le dominazioni che si sono succedute, l’evoluzione dell’urbanizzazione nel corso del tempo.
Infatti, come risulta nel Privilegium Concessionis Territorii Excelsae Civitatis Montis Sancte Juliani del XI secolo, il nome Busith/Basita deriva dall’arabo Casale ovvero Terra e, Palizzolo deriverebbe dal cognome della famiglia Normanna a cui venne assegnato il principato governativo e gestionale da Carlo V nel 1563.
Questi siti abitativi posti in altura, per la loro conformazione e storia, ci fanno ben intendere come paesini, borghi e frazioni, vivessero di agricoltura e pastorizia. Inoltre è evidente, osservando questi edifici, che diverse dominazioni come quella Romana, Araba e Normanna, abbiano lasciato le loro impronte e caratteristiche nell’abitato rurale.

Ma sono anche altre le impronte che si possono riscontrare in molte di queste abitazioni, non solo per l’aspetto dell’edificio in se, ma anche per la conformazione dei terreni coltivati. Basti studiare la storia di quei terreni, il come siano diminuite le aree boschive, come l’aratura abbia cambiato campi incolti a favore di un’agricoltura prospera; gli arabi in questo sono stati maestri ed hanno introdotto colture come le arance, limoni, somacco, cotone, gelso e palme.

Passeggiare ed esplorare questi territori quindi non solo ci porta a scoprire una natura lussureggiante e piena di vita, ma ci porta indietro in un tempo lontanissimo, in cui culture e storie differenti si sono intrecciate e fuse sino a creare un’armonia unica e preziosa.
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