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Linfa che scorre, storia che passa.

Ci sono luoghi nel mondo in cui amiamo andare a ricercare la storia, la vita passata, ciò che ha accolto una dimora o ciò che ha rappresentato sino ad allora.

Ma vi siete mai soffermati a guardare il contorno di questi luoghi? Avete mai prestato attenzione alla grandezza degli alberi che vi sono nati?



Spesso quando giro nella mia cittadina mi ritrovo a passare lungo un viale dove dimora da tantissimo tempo un albero, una Quercia, che è lì probabilmente da 400 se non 500 anni o più.

Ogni volta sono grata nel vederlo lì colmo della sua forza e della sua energia, fiero e allo stesso tempo umile. Si mostra diverso nello scorrere delle stagioni, storia che continua a scorrere nella sua linfa, tra i suoi rami nodosi e sulle foglie che ogni primavera ripetono il miracolo della vita, riportando alla luce segreti che solo lui conosce.

Lo ammiro e lo abbraccio con lo sguardo ogni volta, ed ogni tanto mi fermo, scendo dall’auto e piano piano mi avvicino chiedendo il permesso di poterlo realmente abbracciare. Lascio che lui mi avverta, porto i passi leggeri sulle foglie secche cadute sul terreno e con grande rispetto ed in silenzio mi fermo ai suoi piedi: osservo la maestosità del suo grande tronco, l’imperfezione della corteccia ruvida che così da vicino sembra composta da tanti tasselli quasi fosse un enorme puzzle che sale su a formare quella vastità di rami e rametti che si snodano e protendono verso il cielo, agli occhi, si rivela un mare verde, così vasto che quasi si fatica a trovarne la sommità. Tante piccole foglie che si susseguono ordinate e luminose e lo stupore ogni volta lascia a bocca aperta.



Un bel respiro ed è un sorriso ciò che scappa ogni volta, protendo la mano ad accarezzare la corteccia con rispetto e pian piano protendo le braccia per abbracciare il suo tronco, ci vorrebbero tre di me per abbracciarlo tutto!

Lascio lo sguardo all’insù prima di appoggiare una guancia e chiudere gli occhi, il profumo della corteccia è unico ed il calore che emana quell'albero è diverso da qualsiasi altro abbraccio, si percepisce un’immediata sensazione di benessere e di serenità. Vibrazioni positive che inondano tutto il corpo, partono dai piedi sino a salire sù e mi danno la sensazione di essere parte di lui, quasi la sua linfa mi stesse nutrendo e scaldando di nuova energia, un’emozione pura che fa battere il cuore e trasporta la mente al di là dei pensieri, al di là del traffico che ingoia la città e il cinguettio degli uccellini più in alto completa un attimo così perfetto.

Dovremmo regalarci tutti dei momenti così intimi, ritrovare le nostre radici, la nostra unicità in un abbraccio, un gesto così semplice può donare un immenso benessere perché è in quel momento che si può percepire la saggezza di un albero e la sua gratitudine verso Madre Natura, la stessa che li ha resi guardiani e custodi del mondo e noi dovremmo far tesoro di questi insegnamenti.



Ditemi, vi è mai capitato di osservarli realmente?

Se la risposta è no allora prendetevi un momento per voi e fatelo, non ne potrete più fare a meno.

Sedetevi in un parco o in un luogo dove potete ammirarli, rilassatevi e ben presto vi renderete conto che questi esseri magici sono lì a farvi compagnia, vi circondano e allietano il silenzio con la loro energia.

Osservate la loro grandezza, la bellezza della corteccia che cambia da albero ad albero, il colore della chioma, le sfumature di verde che cambiano da foglia a foglia che si snoda e si completa con la luce dei rami.



Guardatene poi l’insieme, l’armonia di tutte quelle foglie che formano questa rigogliosa chioma e della bellezza che mostra quando il sole la illumina o il vento la scompiglia. Percepitene il profumo ed il suono che il fruscio di ogni movimento genera, quell’energia che dalla terra, dalle radici profonde e grosse, sale sù e si diffonde per tutto il tronco e poi ancora verso ogni singolo ramo sino a liberarsi nell’aria, quasi fossero tante mani che all’unisono si muovono. Non è una sensazione meravigliosa?

A me parla di pace, di serenità, mi dona carica ed immensa gratitudine.



Siamo fortunati ad essere circondati da tanta bellezza e non a caso la storia ci parla di alberi sin dai tempi antichi e probabilmente il più famoso tra questi è legato alle tradizioni dei popoli germanici: Yggdrasill, il Frassino sacro.


Immagine dal sito: http://bifrost.it/GERMANI/2.Cosmogonia/06-Yggdrasill.html

Si narra che i suoi rami si stendano su tutto il mondo e la sua chioma copra il cielo, la rugiada che stilla dai suoi rami nutre la terra mentre le sue tre grosse radici si estendono verso mondi più profondi.

Numerosi animali abitano e popolano il frassino creando alle volte scompiglio, e le Norne che abitano presso la fonte sacra di Urðabrunnr, presente nella terza radice, stabiliscono il destino degli uomini e irrorano di acqua e argilla Yggdrasil così da non farlo seccare o marcire.

L’albero Yggrasil si leva al centro dell’universo scandinavo e rappresenta la continuità e la vita stessa dei nove mondi cosmici che sorregge e di cui è l’asse portante e sostegno.

Yggradisil è dunque l’albero sacro per eccellenza e, nella tradizione dei Celti ritroviamo che gli alberi erano considerati dei veri e propri esseri viventi a cui veniva attribuita un’essenza ed una energia particolare proveniente dalla stessa Terra.


Tutt’oggi ritroviamo la sacralità degli alberi nel Rede della Wicca, che parla di dieci alberi sacri le cui proprietà benefiche sono state probabilmente tramandate proprio dalle tradizioni celtiche:


Nove legni sotto il paiolo a bruciare

infiammali e dopo fai consumare.

Betulla nel fuoco adesso va

a dirci ciò che Madre sa;

Quercia, la forza del bosco mio

porta nel fuoco quella del Dio;

il Sorbo è l’albero della potenza

ai fiori dà vita e magia in abbondanza;

i Salici in riva al fiume adagiati

aiutano il viaggio dei trapassari;

brucia Biancospino per purificazione

e fate disegna nell’immaginazione;

albero di sapienza sei tu Nocciolo

aggiungi saggezza sotto il paiolo;

di bianchi fiori, Melo, tu abbondi

a Ostara i frutti fecondi;

Vite, che l’uva ti abbraccia al mattino

dandoci insieme sia gioia che vino;

l’Abete verde per l’eternità

ci rappresenta l’immortalità.

Il Sambuco della Signora è l’eletto

non lo bruciare o sarai maledetto





 
 
 

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