La leggenda di Maia.
- sentieri segreti
- Jul 25, 2019
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Leggenda narra che nei giorni di vento per tutta la valle peligna si ode ancora il lamento di una madre che piange e si dispera per la perdita del suo amato figlio: questa madre ha il nome di Maia.
Maia è la Dea legata alla terra, alla crescita e alla prosperità.
La Dea arrivava dall’antica Frigia ed apparteneva alle Pleiadi ed anzi, di loro, era la primogenita e considerata la più bella.
Ebbe un figlio da Zeus di nome Ermes, conosciuto anche come Mercurio e, leggenda vuole, che a seguito di una battaglia rimase gravemente ferito.

Maia esortata dal cercare una cura partì via mare alla ricerca di un’erba miracolosa che cresceva rigogliosa ai piedi di un grande sasso e così, guidata dal forte amore per il figlio, si misero in viaggio. Durante una tempesta arrivarono alla deriva sulla costa abruzzese nella città di Orton (Ortona attuale).
La rigogliosa natura saliva sulle colline e sui monti abruzzesi e Maia non perse
tempo ad andare a cercare l’erba di cui aveva sentito parlare ma purtroppo giunta ai piedi dei monti, la neve non era ancora sciolta e la vegetazione coperta dal soffice manto non le permise di trovare ciò che cercava.

Hermes, chiamato anche il gigante, morì e lei cadde nella disperazione più profonda.
Lo seppellì sui monti lá dove ora sorge il Gran Sasso, la cui forma ricorda proprio un gigante che dorme e si dice sia proprio Hermes.

Gran Sasso d'Italia - foto Fabrizio Cordischi
Maia vagò per i boschi e le colline e si stabilì nel monte da cui poteva scorgere il figlio addormentato. La disperazione era sempre più forte e man mano che i giorni passavano lei era sempre più debole, prosciugata dalle lacrime e dal forte dolore. Si spense tra quei monti originandone a sua volta la forma, la forma di una donna presa dal dolore e riversa su se stessa.


Furono i pastori a seppellirla e la adornarono con fiori ed erbe aromatiche, le stesse che oggi rigogliose crescono e prosperano nella valle e, in suo onore battezzarono la montagna come Majella.
Sono nati così i due monti più importanti d’Abruzzo: il Gran Sasso e la Majella.
L’uno dirimpetto all’altro, simbolo di un amore materno immenso ed eterno.
Scorgendoli si ha un gran senso di pace e non è inusuale riuscire a vederli entrambi all’orizzonte, imponenti e vivi grazie anche al susseguirsi delle stagioni che rinnovano ogni anno la vegetazione del parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga ed il parco nazionale della Majella ma, soprattutto, è bello immaginare e seguire come la luce del sole che sorge dal lato del mare va ad illuminare la vita della Majella e va poi a tramontare alle spalle del Gran Sasso, riportando alla memoria la leggenda di una grande Madre e di un grande amore.
Majella - foto di Veronica Candeloro
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