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Il culto dei defunti a Napoli: il Cimitero delle Fontanelle



Ogni popolo come ogni civiltà da secoli conserva una sua tradizione legata ai defunti.

Se ci spostiamo in varie zone geografiche possiamo trovare il proprio culto e anche un luogo dedicato ad esso; non è esente da questa tradizione Napoli che può contare su tanta storia e cultura.

A Napoli, nel rione Sanità, si trova un ossario chiamato “Il Cimitero delle Fontanelle”.

Il sito si presentava prima come un’antica cava di tufo, il nome, infatti, deriva dai rivoli d’acqua che sgorgavano dalle colline.



Il cimitero contiene un numero imprecisato di resti che appartenevano sia alle vittime delle epidemie che hanno stravolto la città negli anni 1656 (peste) e 1837 (colera), sia da chi non poteva permettersi una sepoltura.

Il culto più famoso adottato soprattutto tra i due dopoguerra fu proprio quello chiamato “delle anime pezzentelle”.

Esso seguiva un rituale ben preciso che prevedeva l’adozione e la cura di un cranio da parte di un napoletano. Il cranio veniva pulito e lucidato, poggiato sui fazzoletti ricamati e adornato di lumini.

Con questo rituale si pregava per l’intercessione delle anime prescelte verso il Paradiso in cambio di una grazia o di numeri da giocare al lotto.

I teschi non venivano mai coperti con le lapidi per facilitare la comunicazione tra vivi e morti tramite il sogno.

Ed è da questo che nacquero nell'immaginario napoletano i personaggi delle Fontanelle, tra queste il più famoso fu proprio il Capitano.

Sulla figura del Capitano aleggiano varie leggende come questa: “Questo teschio era stato adottato da una povera ragazza, ad esso ella rivolgeva tutte le sue cure e preghiere, supplicandolo perché le facesse trovare marito. Così avvenne e, prima di andare all'altare, la giovane volle ringraziare il teschio per la grazia ricevuta. Il giorno delle nozze tutti erano attirati dalla presenza in chiesa di uno strano tipo vestito da soldato spagnolo; questi, al passaggio degli sposi, sorrise alla ragazza e le fece l'occhiolino. Il marito, ingelosito, lo affrontò e lo colpì ad un occipite con un pugno.

Tornata dal viaggio di nozze, la giovane si recò subito al cimitero per ringraziare ancora il suo teschio e lo trovò con una delle orbite completamente nera. Si gridò al miracolo ed il teschio in questione fu indicato come il "Teschio del Capitano".

In seguito gli furono attribuiti anche altri miracoli.” (1)

Questa è una delle tradizioni napoletane legate ai defunti, tradizione che continua a vivere.



Il cimitero delle Fontanelle oltre a zona turistica rappresenta ancora uno spazio di culto per i napoletani e per chi si accinge ad esso con rispetto.

Alla mia prima visita ho percepito una sensazione di serenità, come se quelle anime avessero trovato finalmente la pace.

Di solito ciò che una persona può avvertire, se la prima volta che visita un ossario, è inquietudine o paura; per me non è stato così, la vista di quelle spoglie ha suscitato in me solo quiete e armonia.

Si sente tanto la sacralità del luogo che si immerge totalmente nella natura di cui è composto il sito.

L'unico consiglio che è possibile dare a chi, curioso, volesse visitare questi posti è di farlo con massima discrezione e un pizzico di devozione.


Fonti:

http://www.catacombedinapoli.it/it/luoghi/visita-guidata-cimitero-fontanelle#

http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4881 (1)

 
 
 

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