Il castello di Roccascalegna
- sentieri segreti
- Feb 22, 2024
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Circondato da una vallata rigogliosa, il paese di Roccascalegna svetta tra le colline che accolgono il fiume Sangro, lasciando senza fiato per la sua incantevole posizione e bellezza. Una bellezza senza tempo, tipica dei paesi di montagna, là dove tutto sembra essersi fermato a tempi gentili ed umili, tempi fatti di sorrisi, di accoglienza e calore, là dove il turista si sente come a casa.
La strada che conduce al paese è immersa nel verde e le strade che si arroccano verso l’alto sono curate e non lasciano spazio alle vetture, ma solo al passeggio. Un cammino che, seppur possa sembrare faticoso, si apprezza. La fatica delle salite è ricompensata dal paesaggio rigoglioso ed è appagante fermarsi a ricaricare le energie perché si è trasportati in una sferzata di freschezza che rinfranca l’animo stesso.
E quando poi, si giunge all’ultimo tratto, si alza lo sguardo al cielo, si resta letteralmente estasiati dinanzi al costone di roccia sopra al quale il Castello di Roccascalegna è adagiato maestoso.
Questo grande masso di roccia arenaria domina le colline circostanti dalla sua altezza verticale di oltre 100 metri e, per la sua posizione è stato utilizzato come struttura difensiva e privata dai baroni che nei secoli si sono succeduti.
La sua costruzione nasce nel periodo Normanno-Svevo tra l’XI e XII secolo ad opera dei Longobardi, che ampliarono quella che era una loro semplice torre in una struttura difensiva e dalla posizione strategica. Posizione conosciuta e citata sia ne “Il libro di Re Ruggiero” dal geografo Edrisi che dagli arabi che lo chiamavano “Ruqqah Gawrali”.
Nel corso dei secoli, a causa dell’avvento delle armi da fuoco, il Castello fu ampliato e potenziato varie volte, dapprima con l’aggiunta di più torri di forma arrotondata, poi con mura più alte; ma gli interventi maggiori furono realizzati durante la baronia dei Carafa (tra il 1531 ed il 1600). A loro si deve infatti la costruzione della cappella del Santissimo Rosario ed un sistema di grondaie per l’approvvigionamento di acqua piovana che facevano confluire la stessa in una cisterna.
Tra il 1600 ed il 1720 ci furono nuovi interventi di miglioria della struttura da parte della signoria successiva: i Corvi. Dinastia questa su cui aleggia inoltre anche la leggenda dello “jus primae noctis”, decretato nel 1646 dal Barone Corvo de Corvis, il quale proclamava per sè la prima notte di nozze delle spose novelle.
Leggenda vuole che l’ultima sposa novella che si presentò alla notte fatidica in realtà fosse il suo neo marito che, salito alla rocca per la consumazione della prima notte di nozze con il Barone, lo accoltellò a morte; si narrà inoltre che l’impronta della mano insanguinata del Barone de Corvis sia ancora impressa in modo indelebile su una roccia della torre nonostante sia stata lavata diverse volte.
Il Castello in seguito fu abbandonato e subì vari crolli, il più importante dei quali nel 1940 quando la “torre del cuore”, stanza in cui si pensi il barone de Corvis svolgesse lo “jus primae noctis”, crollò. Fu nel 1985 che gli ultimi proprietari, i Croce Nanni, donarono la costruzione al Comune di Roccascalegna che decise di restaurarlo ed aprirlo al pubblico.
I lavori di restauro sono stati efficienti, il Castello è tornato allo splendore dei suoi anni migliori ed ospita con continuità mostre e conferenze di interesse storico.
Passeggiare tra le vie del paese di Roccascalegna e all’interno delle mura del suo imponente castello è stata una esperienza totalmente immersiva, un’esperienza che arricchisce dal punto di vista storico ma anche naturalistico ed umano. Dovremmo sempre circondarci da tanta bellezza e non lasciare che il tempo scorra invano, una visita che consiglio vivamente di vivere appieno.

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