I sentieri segreti della Brianza celtica
- sentieri segreti
- Jan 8, 2022
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A volte il viaggio ci fa venire in mente mete lontane, da perseguire e da sognare, da immaginare di visitare o da guardare solo da lontano.

Ma il viaggio può essere qualsiasi cosa. Ce l’ha insegnato la pandemia, che ha lasciato una ferita profonda traboccante di mille pensieri, emozioni, sensazioni. Ci ha lasciato quel senso di vuoto, smarrimento, isolamento. Ma ci ha dato anche modo di ripartire, da dove siamo rimasti, da dove ci siamo fermati, con i nostri intenti, la nostra voglia di vivere, il nostro entusiasmo che sembrava affievolirsi e sparire. Il viaggio, può essere uno stato mentale, uno stile di vita, il proprio rifugio, un momento per tornare a sorridere, sognare, condividere. Un viaggio può essere un tè al profumo di lavanda, in quel bar sotto casa che assomiglia ad un bistrot francese, una
passeggiata nel parco che ti riporta in una foresta delle lande sterminate dei paesi del nord, un caffè grande preso in riva al mare che può sembrare l’oceano. Sentieri Segreti è proprio questo, riscoprire tutto ciò che hai a portata di mano, quei sentieri nascosti che non hai mai avuto il coraggio di percorrere.
/viàg·gio/: Giro attraverso luoghi o paesi diversi dal proprio, con soste e permanenze più o meno lunghe, allo scopo di conoscere, istruirsi, sviluppare o consolidare rapporti, divertirsi.

Allora prendiamo la nostra borsa, zainetto, marsupio ed andiamo a piedi, in autobus, in macchina, con i nostri meravigliosi cellulari, alla ricerca dei sentieri segreti nascosti del luogo in cui viviamo. Conoscere la storia ed il luogo dove vi è la nostra dimora, ce lo fa amare, vivere, ci fa conoscere chi vi abita, le tradizioni e tutto ciò che può arricchire il viaggio della nostra vita. Possiamo spostarci in capo al mondo, e all’incrocio della strada dietro casa…tutto è un viaggio!
Allora oggi Sentieri Segreti vuole farti conoscere alcuni dei luoghi particolari che si trovano in Brianza. Sappiamo bene che l’Italia del Nord è stata toccata ed abitata dai celti. Il pre-cristianesimo ha visto fra il Piemonte e la Lombardia, molte popolazioni celte stanziarsi e creare veri e propri villaggi. Non ci stupiamo se molti luoghi del nord Italia e molti boschi, conservano testimonianze importanti dell’impronta lasciata dai nostri antenati celti.
La Brianza non fa eccezione, a partire proprio dal nome: Brianza potrebbe derivare sia dalla dea Brigid sia da un termine gallico che significa “altura”. Ce lo spiega bene Massimo Prada:
“Il “coronimo, Brianza, è riportato ad una voce gallica (briga ‘luogo elevato’, ‘rocca’ attraverso il derivato *brigantia), ma le attestazioni per questo nome sono più tarde: esso, dunque, potrà essere attribuito sia ai Galli che ai Gallo-romani, e sarà stato originato dal riferimento alla presenza di alture” (Massimo Prada, . Nomi e ragioni della storia).

Il territorio riconosciuto come ” Brianza” è posto tra il Seveso e la Valle dell’Adda e va dal confine di Como e Lecco a quelli orientali di Milano. In questo articolo andremo a scoprire alcuni luoghi che si possono visitare in una giornata e che raccontano storie antiche e dimenticate. Partiamo dalle Piramidi di Montevecchia.
Scoperte nel 2001 dall’architetto Vincenzo di Gregorio, grazie a un’osservazione satellitare, queste piramidi si trovano nella Val Curone, a circa 15 chilometri da Lecco e 40 da Milano.

La zona è costituita da tre formazioni collinari con un’altezza che varia dai 40 ai 50 metri. Tuttavia ancora non si è stabilita l’epoca esatta, ed è proprio questo che contribuisce, assieme ad altre caratteristiche, al mistero che aleggia intorno a questo sito. Una delle teorie è che queste colline siano state erette dall’uomo a scopo astronomico e dagli studi fatti da di Gregorio emerge un aspetto interessante: le piramidi pur non essendo uguali per dimensione, sono simili a quelle di Giza per disposizione e orientamento astronomico. Sono posizionate in una linea retta che richiama l’ordine delle tre stelle centrali della costellazione di Orione: Alnitak, Alnilam e Mintaka, replicate proprio nelle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino.

Dal sito “siviaggia.it” leggiamo che:
“Secondo l’architetto, seppur ricoperte di vegetazione, tanto da farle apparire come delle colline, non vi è alcun dubbio che esse siano piramidi realizzate artificialmente realizzate grazie all’asportazione di centinaia di tonnellate di roccia. La prima piramide è quella a Sud e sulla sommità c’è uno spiazzo con cipressi mentre la terza è ricoperta da querce. La piramide al centro, detta Belvedere Cereda, secondo il ricercatore era un sito astronomico utilizzato dai Celti ancor prima dell’arrivo dei Romani (500 a.C.). L’ipotesi è stata confermata dall’astronomo e astrofisico Adriano Gaspani. Le misurazioni hanno svelato che le piramidi erano santuari utilizzati per determinare i cicli lunari e le eclissi. Informazioni essenziali per le attività agricole delle popolazioni antiche. Se contiamo che alcuni studi archeologici datano la presenza celtica nel Nord Italia attorno al VII secolo a.C. e il fatto che le prime forme di agricoltura siano comparse circa 11mila anni fa, ciò significa che queste piramidi potrebbero essere state costruite dai 3 ai 10mila anni fa.”
Vi sareste mai aspettati un sito archeologico simile alla piana di Giza nel cuore dell’Italia del nord?

A cinque minuti di distanza da questo potente luogo di culto, religiosità e antichità ci troviamo di fronte ad un albero che è stato soprannominato “L’albero Stregato”. L’albero è un vero e proprio monumento naturale, che va rispettato e tutelato, e che rispecchia tutta l’energia che risuona in tutta la Valle

del Curone, dalle piramidi a questi alberi secolari, che creano intrecci e storie uniche. L’albero stregato è il lavoro della natura che va ben oltre ogni immaginazione e ci regala opere che la mente umana non sarebbe neanche lontanamente capace di partorire.
Il parco del Curone custodisce un altro luogo misterioso e suggestivo;
la collina dei cipressi.

Un sentiero circondato da cipressi che porta ad un altare in granito. Questa è la collina che precede le piramidi, e dalla cima di può ammirare tutto il parco, i boschi che si perdono a vista d’occhio ed il verde impenetrabile e particolarmente rilassante. L’altare è indubbiamente e come sempre collocato in epoca pre-cristiana, come tutti i ritrovamenti di questa zona, fra cui molti blocchi in granito che potrebbero esser stati utilizzati per creare dei cerchi di megaliti, a rappresentare osservatori astronomici.
Quanto può essere ricca la nostra terra e quanto ancora c’è da scoprire?
La natura nasconde i sentieri segreti e li mostra a chi ha il coraggio di avventurarsi, di imparare, di condividere, di viaggiare, anche da soli, anche per sentieri sconosciuti, verso mete che sembrano lontane ma in realtà sono davvero, tanto vicine.

“Ci sono diversi habitat nel Parco che sono molto particolari e la loro unica tutela è legata al fatto che sono poco conosciuti. Purtroppo in alcune situazioni basta una eccessiva fruizione per trasformare, anche solo con un calpestio o con il contatto, i luoghi. Affrontiamo quindi la scoperta del Parco con rispetto, ed evitiamo di uscire dai sentieri segnati, impariamo a godere della bellezza della natura da osservatori attenti e amorevoli.”
Marco Molgora, presidente del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone.

Articolo di Cardone Valentina, editor di Sentieri Segreti.
Amante della natura, storia, folklore e tradizioni antiche.
Creatrice di A piedi scalzi per il mondo.
La trovi su Instagram con @apiediscalziperilmondo.
Mamma, scrittrice, strega, artigiana, raccoglitrice compulsiva di foglie,
innamorata follemente dell’autunno!
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