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Grotte della Gurfa

Nell'entroterra siculo, presso il comune di Alia, ci imbattiamo nelle Grotte della Gurfa, un singolare esempio di architettura rupestre.

Il nome ci fa pensare diversamente che si tratta di cavità naturali, invece sono veri e propri ambienti scavati da mani umane nell'arenaria rossastra. La precisa datazione rimane incerta, sono state azzardate differenti ipotesi da diversi studiosi, tutti concordano che questi scavi sono avvenuti in differenti periodi storici con le presumibili modifiche e aggiunte. L'origine del complesso potrebbe essere attribuito alla cultura Eneolitica: molti esperti elaborano la tesi che i principali scavi vengono fatti risalire al periodo del Rame. Un'interessante ipotesi é stata definita dal Prof. Montagna durante i suoi tanti sopralluoghi in loco, lui sostiene che la tholos abbia ospitato le spoglie di un'importante personalità di tale periodo probabilmente Minosse il Re di Creta che, secondo la mitologia greca, morì a causa di un attentato nella città di Camico.

Un dato evidente di questo evento rimane la presenza sul sito della necropoli eneolitica collocata sulla sommità del costone roccioso. Potrebbe essere considerata una struttura megalitica, un' insediamento del periodo tardo romanico, bizantino o medievale. Altri dati incontestati riguardano il nome che la collocano nel periodo arabo, indicativo infatti il nome Gurfa che deriva da Ghorfa (magazzino), camera per indicare stanze scavate all'interno della roccia, l'oronimo ci dice ben poco sulla sua nascita, ci informa perlopiù che è stata adoperata da altre popolazioni, in questo caso da gente islamica. Di una cosa siamo certi, quello che osserviamo oggi non facilmente databile è qualcosa di davvero straordinario e grandioso.

Il costone roccioso rossastro si presenta all'esterno su due piani con fori e aperture. All'interno della grotta la prima stanza ha una forma a trapezio con tetto a falde, proseguendo verso destra per un corridoio si raggiunge un secondo ambiente: si tratta di enorme tholos di circa 16 metri di altezza a forma campaniforme, la parte più alta che si restringe, culmina con un' apertura circolare dove si proietta la luce esterna.

Trovarsi dentro tale ambiente è davvero emozionante in tutta la sua imponenza per la sua grandezza e solennità, volgendo lo sguardo verso il foro illuminato si ha davvero la sensazione di quanto l'uomo sia un'esigua parte dell' intera natura. Sulle pareti di tale stanza ci sono dei buchi, si pensa siano stati ricavati dalle popolazioni successive altri piani tramite soppalchi montati ed incastrati su tali piccoli fori.

Sulla destra della grande tholos possiamo immaginare una scala non più esistente che conduceva al piano superiore, oggigiorno per accedere al secondo piano bisogna uscire all'esterno prendendo una scala montata sulla parete rocciosa. Il livello superiore è costituito da quattro ambienti, essi hanno dimensioni ridotte rispetto al piano sottostante, il primo ambiente collocato a sinistra, i restanti in successione vanno verso destra, essi sono collegati l'un l'altro da brevi passaggi. Tutte le stanze hanno un tetto piatto e ognuna di loro è illuminata da una finestra.

Dal lato sinistro si entra in una camera rettangolare mentre dal lato opposto si accede in una stanza più grande (circa 6,00 x 9,70 m ed alta circa 5,80 m).

Proseguendo ci immettiamo in un'apertura ovale collegata ad una vasca di raccolta delle acque piovane tramite un piccolo foro in alto sul tetto, da questa stessa stanza si accede, attraverso un piccolo varco, in un'altra stanza (circa 4,80 x 6,40 m ed alta 3,40 m). In corrispondenza del foro, sul pavimento, si apre un piccolo pozzo che comunica con la stanza inferiore con il tetto a falde . Un breve stretto passaggio porta nell'ultima stanza (circa 4,80 x 5,60 m ed alta circa 2,90 m), infine, superato un ultimo corridoio, è possibile affacciarci dentro il grande spazio del vano campaniforme entro il quale in passato esisteva un collegamento verticale fra i due piani. L'intera grotta rappresenta molto di ciò che l'ambiente naturale offre, il mistero o il timore di cosa troverai oltre ogni passo, tra strette corsie leggermente illuminate quasi buie, la scoperta di vedersi aprire spazi così grandi da togliere il fiato ed infine la continua sorpresa costante e rivelatrice della natura.

Da ragazza curiosa posso affermare di non aver mai visto qualcosa del genere solitamente ed invito davvero le persone più scettiche a visitare tale imponente rupestre.

 
 
 

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© Sentieri Segreti - Streghe in Viaggio 2019

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